Verso la fine del mio primo altorilievo avevo maturato una consapevolezza maggiore dell' anatomia, degli strumenti e della progettazione lavorativa sin dalle prime fasi.
Dunque, avendo compreso i miei errori, sono giunto al secondo modellato molto più preparato, grazie anche a diversi schizzi preparatori e studi anatomici più approfonditi.
Ho voluto continuare il mio percorso scultoreo con il ritratto, concentrandomi quindi dal corpo a uno dei suoi punti principali, analizzando la struttura ossea-muscolare.
Dopo aver perfezionato la base, ho eseguito il calco in gesso per avere un valido modello di riferimento per tutto il lavoro successivo: l’argilla è coperta da due strati di gesso (rosa e bianco) omogenei su tutta la superficie.
Quando sarà asciutto, l'involucro esterno (negativo del modellato) verrà liberato nelle due parti per ottenere poi un unico positivo dalla sostituzione dell'argilla con il gesso. Questo procedimento (forma "a perdere") serve ad eliminare l'interno di argilla, che potrà essere utilizzata per altri scopi, ed è chiamato così per la "perdita" dello strato esterno che viene rotto, giungendo quindi all'obbiettivo prefissato.
Il positivo liberato verrà dunque pulito, fissato su di un piano di legno e avrà 3 “punti di ancoraggio” per trovare il corrispettivo di un punto dal gesso alla pietra, così da ottenere una riproduzione fedele.
Incominciamo quindi a scolpire!
I primi risultati si vedono dopo aver trovato qualche punto:
E man mano che trovo ulteriori punti, la mia creazione prende forma.
Mentre estraevo il ritratto dalla pietra mi sono accorto si come la parte scheletrica sembrasse un resto archeologico di un tempo remoto, così poi ho deciso di lasciare su quella metà del cranio un po di quel sapore “primitivo” e antico.
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